Questa è Mise en abyme e parliamo di cinema.
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Come state? dopo la mia momentanea latitanza sono tornata e sto bene, carica per il nuovo anno!
Questo non è un nuovo numero ma una serie di classifiche, pensieri e liste sulle cose viste, lette e fatte nel 2024. Poi dalla prossima settimana tornerò con la newsletter una settimana sì e una no come sempre <3
INIZIAMO!
FILM PREFERITO VISTO RECENTEMENTE: mi è piaciuto Witches di Elizabeth Sankey, un doc + video essay prodotto da Mubi sulla psicosi post-parto. Sono sempre molto scettica sulle produzioni Mubi perché sembrano sempre avere una patina di glitter spalmata sullo schermo che mi innervosisce (quanto era brutto Gasoline Rainbow?) e avevo paura che anche questo doc avesse sfruttato l’archetipo della strega per buttarlo in pasto alle paillette. Invece nonostante trovo l’accostamento tra malattia e stregoneria un po’ forzata e poco approfondita, mi è piaciuta molto l’indagine su una condizione femminile che non conoscevo e che sorprendentemente porta alla visione di diavoli, fiamme e simboli esoterici. Direi da vedere (grazie Giulia per il tuo mubi che mi ha fatto compagnia durante l’influenza degli ultimi giorni del 2024). Qualche giorno prima ho visto anche un cortometraggio che s’intitola Getty abortion di Franzis Kabitch (artista+ricercatrice tedesca) sulle campagne di comunicazione dell’aborto, un desktop documentary da recuperare online (ahimè non so dove, io l’ho visto al bel festival di Ginkgo Mag a Pistoia).
I film più belli che ho visto quest’anno:
L’innocenza di Kore-eda è il film che ho amato di più. Kore-eda è uno dei miei registi viventi preferiti (Father and son, Ritratto di famiglia con tempesta, Little Sister sono alcuni dei suoi piccoli capolavori). Un film delicato con un impianto registico e narrativo complesso, una lente d’ingrandimento sul mondo dell’infanzia e sulla famiglia come nucleo irrimediabilmente disfunzionale, l’unico modo per salvarsi è correre via in un mondo altro dove la pioggia non c’è più e ci si può tenere per mano alla luce del sole.
La sala professori di İlker Çatak parla di scuola e di frammentazione della verità. La cosa più interessante (a parte degli attori bravissimi) è lo sguardo, da dentro-da fuori-da sopra-da sotto, slitta il punto di vista e slitta la verità. O post-verità, ne scriveva QUI la mia carissima Irene Frau.
May December di Todd Haynes è un film più pazzo di quanto è stato detto. È contemporaneamente il film più americano e non americano che ho visto quest’anno, è disturbante e perturbante (si potrebbe scrivere un pezzo su come e quanto emerge l’Uncanny Valley in questo film) nella sua pasta brillante. Bello.
How to save a dead friend di Marusya Syroechkovskaya è un documentario sull’elaborazione della vita e del lutto. È un film incredibilmente luminoso come è luminoso trovare una persona con cui condividere gli anni faticosi della crescita. Ed è gravosamente cupo come è la mancanza di una presenza che occupava dello spazio nel mondo in cui ti muovi. Fa stare molto male.
All we imagine as light di Payal Kapadia è un film che ho amato moltissimo. Due coinquiline a Mumbai e il loro rapporto con l’amore, la città, l’ingiustizia sociale, l’amicizia, gli sguardi dell’altro. Credo che quest’anno la cosa che mi ha interessato di più è la luce nel cinema e questo film ha persino la parola luce nel titolo. È un film che libera lo sguardo, che ci trascina dal mondo urbano al mondo rurale e ci irradia di gioia (per come la intendeva Goliarda Sapienza, l’essere vivi attraversando gli anni).
Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach è un piccolo film d’animazione che mi ha fatto ridere molto (l’humor francese mi spacca) ma anche commosso (è un film sul lutto, altro filone che quest’anno ritorna). I colori sono bellissimi, è un film -come quello sopra- incredibilmente gioioso.
Vermiglio di Maura Delpero è l’unico film italiano che è entrato in questa classifica :( mi è piaciuto molto. Come ho scritto nelle mie lapidarie recensioni su letterboxd: piccole finestre su piccole storie di questo piccolo mondo. E cosa c’è di meglio delle piccole cose? la cosa impressionante è che un film estremamente letterario senza essere tratto da un libro.
I film più belli che ho recuperato quest’anno (e che mi vergogno di non aver visto prima, ma ho deciso di essere sincera con voi / non so come mi hanno dato la laurea magistrale in cinema lol):
L’appartamento di Billy Wilder
Teorema di Pasolini
Paris, Texas di Wenders
To be or not to be di Lubitsch (forse il film che mi ha più fatto ridere al mondo)
Water Lillies di Sciamma
Pauline sulla spiaggia di Rohmer (<3)
Solaris di Tarkovsky (io vivo per te russo pazzo)
Il 1 gennaio ho iniziato Star Wars per la prima volta, ma cosa ho fatto di male per aver scelto di vederlo così tardi? sto a rota
Serie, libri, miscellanea:
Ormai orfana di alcune delle mie serie preferite degli ultimi anni (Succession e Il favoloso mondo di Mrs Maisel) ho deciso di investire il mio anno in serie che non avevo mai visto. A parte un rewatch obbligatorio di Gilmore girls (una volta all’anno non me lo leva nessuno, ti amo Jess).
Ho visto per la prima volta MADMEN, I SOPRANO e SEX AND THE CITY. Vorrei cancellarmi la memoria e rivederle d’accapo. Ho visto L’amica geniale che non ho amato particolarmente, ma che mi ha comunque fatto piangere (Gifuni un perfetto Nino Narratore). Aspetto con estremo hype la seconda stagione di Severance (distopia incredibile sulla frammentazione della memoria personale e memoria lavorativa con Adam Scott su Apple+).Ho letto meno dell’anno scorso ma ho azzeccato quasi ogni libro che ho scelto quindi bene così. Sono ripartita dalle basi: classici che non avevo mai letto e che mi vergognavo a non aver letto. Il 2024 anno del superamento della vergogna. Shirley Jackson si conferma tra le mie scrittrici preferiti e sicuramente la scrittrice con cui condivido l’anima e le stranezze, ho letto L’incubo di Hill House, La strega e Paranoia e ho amato visceralmente tutti e tre. Ho letto Frankenstein per la prima volta e l’ho trovato incredibile, credo che il romanzo gotico sia tra i miei generi favoriti al mondo. L’arte della gioia di Goliarda Sapienza mi ha cambiato l’estate in un momento in cui già stavo cambiando io. Ha uno dei finali più belli che abbia mai letto. Ho recuperato un po’ di scritti di Joan Didion che avevo già letto e che amo, ho recuperato un po’ di Barthes, Durematt, Cerasa, Ortese e letto per la prima volta la narrativa di Walter Siti. Che anno bello.
Ho visitato tantissimi posti nuovi: ho girato l’Islanda, ho fatto in macchina da Londra al Lago di Lochness, sono stata in Bosnia per la prima volta. Mi sa che per un po’ di tempo sto a casa che ho finito i soldi.
Per oggi è tutto, ci sentiamo tra due settimane.
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A presto!