#16 la stagione è cominciata
Vermiglio, La storia del Frank e della Nina, La misura del dubbio & tanti altri filmetti
Ciao!
Questa è Mise en abyme e parliamo di cinema.
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Come state? io un po’ affaticata da questo rientro lavorativo, lo scorso weekend ho concluso l’estate con due giorni di festival romano (lo Spring attitude), sono stata molto felice e adesso l’idea di non ballicchiare tutti i giorni mi uccide.
Ho anche belle notizie: il film che sto scrivendo è in finale alla Biennale College 24/25, quindi passerò un periodo a Venezia in residenza e ne sono molto contenta (ma soprattutto sono terrorizzata!!).
FILM PREFERITO VISTO RECENTEMENTE: Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach è un film di animazione appena uscito al cinema, dopo essere stato presentato al Torino film festival nel 2023. Una bambina vuole ricreare l’ultima ricetta che le ha cucinato suo papà prima di morire: il pollo con i peperoni. Da qui una serie di peripezie per trovare gli ingredienti in un giorno di sciopero generale. La pellicola è perfettamente inseribile nella nuova scena di cinema d’autore europeo, a livello visivo, contenutistico e di pubblico. Il tipo di animazione è dominata da coloratissimi sketches minimalisti con sfondi disegnati dall’artista Margaux Duseigneur, una visione in technicolor che fa incontrare il fumetto con la tavola pittorica. La storia è una piccola favola di ribellione non moraleggiante, in cui Linda urla, si dimena, rifiuta e raggira la legge degli adulti (quella dei genitori come quella dell’autorità che la insegue). La linea narrativa è tesa al superamento del lutto della protagonista, ma soprattutto viene creato uno spazio del possibile nel quale, per un giorno, la direzione del mondo è affidata ai bambini, e allora il vero sciopero generale è fatto da loro e dalla riscoperta di un senso di comunità. Questo è un passaggio fondamentale nella scrittura per bambini e non di bambini, proprio l’idea di incarnare lo sguardo della scoperta. Che dire, andatelo a vedere!!!
Cosa c’è da vedere a Roma?
Il 19 settembre esce al cinema Finalmente di Claude Lelouch, che scrivono sia così: “Se una persona non soffre c’è qualcosa di sospetto”. Risuonano le parole del regista Claude Lelouch, ancor più del suo film, Finalement, presentato Fuori Concorso all’81esima Mostra del Cinema di Venezia, che affronta attraverso la struttura del road movie, la crisi di un uomo di mezza età, colpito da un’incipiente demenza del lobo frontale. Altrimenti detta: la Follia dei Sentimenti.
Lo potete vedere CIRCUITO CINEMA
Sempre oggi esce Il maestro che promise il mare di Patricia Font: il film racconta la biografia di Antoni Benaiges, un maestro elementare catalano che nel 1935 viene assegnato ad una scuola di un piccolo paesino nella provincia di Burgos. Il giovane insegnante rivoluziona i canoni scolastici dell'epoca implementando un metodo educativo moderno e attento ai bisogni dei bambini. Lo potete vedere al Cinema Tibur doppiato
Sempre oggi esce La storia del Frank e della Nina di Paola Randi. Il film nelle parole delle regista è: un romanzo di formazione per sognatori che nasce dal desiderio di raccontare la mia città: Milano. I tre protagonisti sono quasi adulti, alla ricerca del loro posto nel mondo, della libertà, dell’affermazione della propria unicità, del loro modo di vivere la realtà e i legami, di un amore anarchico. Gli eroi di questa storia sono i ragazzi, i loro sogni e la città. Un narratore muto, una realista rivoluzionaria e un irriducibile sognatore dentro una Milano accarezzata dalla nebbia, lontana come un desiderio, romantica e complessa, nascosta e irresistibile, all’inseguimento del futuro. La storia del Frank e della Nina è la storia di tre ragazzi in lotta contro la realtà.
Oggi esce l’attesissimo (almeno da me!!) Vermiglio di Maura Delpero, opera seconda dopo Maternal. Il film in breve: in Trentino Alto Adige, a metà degli anni 40, le tre sorelle Lucia, Ada e Flavia abitano in un piccolo paese sperduto in montagna. Non più bambine, ma non ancora donne, vengono private della loro innocenza quando, agli sgoccioli della Seconda guerra mondiale, un soldato sconosciuto spara un singolo colpo. Lo potete vedere al circuito cinema
Ultimo film della settimana (e dire che ne abbiamo un po’!) è La misura del dubbio di Daniel Auteuil. La pellicola in breve: da quando ha fatto assolvere un assassino recidivo, l’avvocato Jean Monier non accetta più casi di giustizia penale. L’incontro con Nicolas Milik, padre di famiglia accusato dell’omicidio della moglie, lo tocca profondamente e fa vacillare le sue certezze. Convinto dell’innocenza del suo cliente, è disposto a tutto pur di fargli vincere il processo in corte d’assise, ritrovando in questo modo il senso della sua vocazione. Lo potete vedere al circuito cinema
Ora un po’ di rassegne sparse che mi sembrano cool:
Continua la retrospettiva del cinema di Paolo Sorrentino, tutte le domeniche mattina alle 11 al Cinema Troisi. Domenica 22 c’è Sabato, domenica e lunedì e domenica 29 c’è L’amico di famiglia. Il biglietto costa 3 euro.
Nuova retrospettiva del cinema di Pablo Almodovar, tutti i sabato mattina alle 11 al Cinema Troisi. Sabato 21 c’è La legge del desiderio e sabato 28 c’è Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Il biglietto costa 3 euro.
Continuano le bellissime rassegne alla Casa del cinema (Zona Villa Borghese), c’è un programma fittissimo consultabile qui. Vi faccio un po’ di anticipazioni sparse: stasera 19 settembre c’è Adua e le sue compagne di Pietrangeli alle 18 e La pelle di Cavani alle 21; venerdì 20 c’è Matrimonio all’italiana di De Sica alle 18 e Ieri, oggi e domani di De Sica alle 21; giovedì 26 c’è Marcello mio di Honoré alle 18 e 8 ½ di Fellini alle 21. Il costo del biglietto è di 5 euro.
Raccontino-ino-ino:
Mini recensioni approssimative di film attraverso grandi descrizioni di sale cinematografiche.
La scorsa settimana sono andata al Festival di Cinema di Villa Medici, l’Accademia di Francia che si trova al centro di Roma (proprio sopra Piazza di Spagna). Ogni anno a settembre una piccola selezione di cinema di qualità, spesso ibridato con l’arte contemporanea.
Io vado a vedere il cortometraggio Allegorie cittadine di Alice Rohrwacher e JR, appena presentato al Festival del cinema di Venezia.
Per arrivare si deve percorrere la scalinata di Piazza di Spagna e poi girare sulla sinistra, un ingresso maestoso con due file di lunghi vestiti eleganti e ticchettii di scarpe scomode, strascicanti parole in francese mischiate a quelle in un italiano ciancicato. Non capisco in quale delle due devo mettermi, per il momento penso solo che ho fatto bene a sostituire il mio marsupio dell’invicta con una tote bag del romaeuropa, così mi posso mimetizzare meglio nella terza fila, quella dei radical chic che sfogliano riviste di design (se le sono portate da casa?) e a sorseggiano calici di franciacorta (gradevole!).
Poi si percorre una salita e si gira sulla destra, dove c’è un piccolo punto bar e proprio davanti alla Villa svetta il grande schermo per la proiezione. Lo spazio è molto grande, non saprei quante file di sedie -troppe-, perché mi siedo e non vedo niente. È così evidente il mio disagio che il signore davanti a me si alza e si sposta dicendomi “ci sono così tanti posti che sarebbe una cattiveria mettersi qui”, una placida carineria che risuona come un insulto, gli sorrido. Ovviamente neanche un minuto dopo un’altra persona occupa comunque il posto davanti a me, quindi continuo a non vedere niente.
JR presenta il nuovo progetto filmico che prosegue e amplia Omelia contadina, cortometraggio del 2021 che raccontava le terre di Rohrwacher e la cultura contadina. Questo cortometraggio invece racconta la Parigi di JR e ripercorre il mito della caverna di Platone, raccontato attraverso gli occhi di un bambino e la voce di Leos Carax.
Il risultato è un piccolo compendio sulle utopie possibili, in cui la realtà è uno spazio ripensabile solo in un terreno di collettivizzazione. Un discorso caro a Rohrwacher che, nella bellissima conversazione con Goffredo Fofi uscita per Edizioni E/O, diceva così: Credo che l’uomo, il singolo e la sua coscienza, pensino i pensieri del mondo. Credo e spero che pensiamo pensieri che non ci appartengono, parliamo parole che non ci appartengono. Facciamo sogni in cui la nostra psiche si mischia con la psiche del mondo. Solo lo sciocco pensa con la propria testa, crede di avere un punto di vista completamente unico e speciale, e diverso da tutti quindi è spinto al conflitto. […] La lingua che parlo non è la mia lingua, ma arriva a me attraverso un percorso di umanità, io posso solo farla risuonare […] in modo che chi parlerà dopo di me sia a sua volta più dolce e attento”.
Il cortometraggio è tenero, godibile, non esageratamente pedagogico, un piccolo momento di pura speranza. Consigliato.
Per oggi è tutto, ci sentiamo tra due settimane.
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A presto!